Nella nuova avventura di Nicola Sammartano, Peppe Rallo,
Ciccio Africa ed Elsa Fachin si intrecciano avvenimenti
contemporanei e “lu cuntu” del brigante marsalese Pietro
Cozzo. La sua storia, così come narrata in questo libro,
risulta essere opera di quasi totale invenzione. Una parte
delle vicende del feroce brigante Pietro Marino, detto Pietro
Cozzo, mi è stata narrata brevemente dal professor Giovanni
Alagna durante alcune chiacchiere conviviali e di scarso
valore accademico. Al di là dell’opera di fantasia ispirata
alle parole dal mio amico storico marsalese, il brigante
tagliatore di teste è realmente esistito. Chi volesse
consultare gli atti del processo che lo condannò alla
decapitazione può farlo presso la biblioteca Fardelliana di
Trapani. La sua condanna, però, avvenne subito dopo l’impresa
dei mille e l’unità d’Italia.
Al contrario, qui, la sua morte è vista in un contesto temporale leggermente anticipato, al fine di farlo incontrare con il patriota Michele Fardella, che combatté nella battaglia di Calatafimi, e che fu effettivamente rinchiuso, tra il 1849 e il 1860, in quello che allora era il carcere della Colombaia.
Se muori all’improvviso tutti diranno:
«Che disgrazia! Stava così bene. Se n’è andato via in modo
così inaspettato!». Se muori dopo una lunga agonia il commento
più ricorrente sarà: «Non se lo meritava. Come ha sofferto!».
Se muori giovane è troppo presto. Se muori vecchio è troppo
tardi, perché nel frattempo hai rotto le palle con i tuoi
bisogni e la tua inabilità.
No. La morte non è mai giusta. Neanche
per chi viene giustiziato:
la pena capitale trasforma un assassino in una vittima.
La morte è solo un effetto collaterale
della vita. Anche se qualcuno ci fornisce le istruzioni per
l’uso del vivere bene e le seguiamo con attenzione, sappiamo
con certezza che smetteremo di respirare e il nostro cuore si
fermerà, prima o poi. Se vivi, muori. Non se ne può proprio
fare a meno.
Tuttavia la specie umana si è
sbizzarrita in diverse variazioni sul tema. Ci sono persone
che scelgono di porre fine alla propria vita e persone che
pongono fine alla vita degli altri. Ci sono persone che vivono
come se la morte non esistesse e persone che pensano solo
all’Aldilà. C’è chi protegge la vita nel grembo materno a
tutti i costi e poi vorrebbe la pena di morte per i criminali.
C’è chi uccide e poi prega i santi per farla franca. C’è
persino chi crede di diventare santo uccidendo. Sì. L’umanità
è davvero varia, e in questo campo è particolarmente creativa!
Non puoi dire di conoscere veramente la
vita se non hai mai visto morire qualcuno. Assistere alla fine
di una vita è l’esperienza più tragica che possa capitare. Si
può rimanere sopraffatti da questa esperienza oppure superarla
e trarne insegnamento. Chi ha vissuto la catastrofe di una
guerra, chi è stato testimone di stragi, chi, più
semplicemente, ha ascoltato il rantolo finale di una persona
cara, possiede un senso della vita molto diverso da chi è
abituato a guardare ammazzatine in televisione mentre mangia o
sta in panciolle sul divano.
Immagino che a questo punto vogliate che
vi parli anche di sesso. Visto il titolo di questo libro,
l’aspettativa è comprensibile. Vorrei tradirla, ma non posso
fare a meno di suggerirvi un percorso di discussione anche su
questo argomento. Fate uno sforzo e cercate di applicare al
sesso quanto ho detto della morte! Pensateci voi, che io sono
già troppo stanco e sono ancora all’introduzione di questo
libro. Non ci riuscite? Allora vi do una mano!
Il sesso è solo un effetto collaterale
della vita. Anche se qualcuno ci fornisce le indicazioni d’uso
e le seguiamo con attenzione, sappiamo con certezza che il
sesso ci farà sballare prima o poi. Anche qui la specie umana
si è sbizzarrita in diverse variazioni sul tema. Ci sono
persone che scopano e persone che sono scopate. Ci sono
persone che vivono come se il sesso non esistesse e persone
che pensano solo al sesso. C’è chi pretende la fedeltà
sessuale del partner a tutti i costi e poi fotte a destra e a
manca. C’è chi scopa con sensi di colpa e poi prega i santi
per ottenere il perdono dei peccati. C’è persino chi crede di
diventare santo facendo l’amore. Sì. L’umanità è davvero
varia, e in questo campo è particolarmente creativa!
Non puoi dire di conoscere veramente la
vita se non ti sei fatto una straordinaria scopata. Fare bene
l’amore è una delle esperienze più sublimi che possano
capitare. Chi ha vissuto il sesso con amore e chi, più
semplicemente, ha saputo provare e donare piacere, possiede un
senso della vita molto diverso da chi è abituato a guardare
film porno sul divano.
Liberi di non condividere quanto ho
detto fin qui, vi invito a leggere questo libro e a
liberarvene subito dopo se non vi è piaciuto. Non prima. Mi
raccomando. Non prima.
Un
mafioso ha l’ardire di innamorarsi della moglie di un
capoclan, violando gravemente il codice d’onore, e per
sfuggire alla vendetta dell’intera cosca non trova di
meglio che chiedere aiuto all’Agenzia XXI Mistero. Una
badante ucraina si rivolge ai nostri in modo insolito,
convocandoli addirittura in un cimitero; ma quella che
sembrava l’imbeccata di un traffico illecito forse
importante, prende una piega inaspettata. Infine, un
cameriere viene rinvenuto cadavere nell’albergo in cui
lavora; i sospetti convergono da subito su una delle
attrici di una compagnia di sole donne, in procinto di
mettere in scena un originalissimo Amleto tutto al
femminile.
Questi gli incipit dei tre racconti di
Sesso e decesso,
uniti dal filo rosso della passione e della morte. Un filo
che porta i quattro protagonisti da Trapani a Milano, in
un trasferta che a tratti ricorda quella di Totò e
Peppino, e poi a Pantelleria.
Tra la preparazione di un buon cùscusu
tradizionale e una scazzottata, momenti umoristici si
alternano a momenti drammatici. Di tanto in tanto, compare
la grande Storia, come nel racconto del professor Rallo
sulla strage nazista di Castiglione di Sicilia, o nella
sua descrizione dell’Inghilterra Elisabettiana.