Lorenzo Previdi
Percussionista dei Mondorchestra
Comincio a 13 anni stimolato dai colori di Santana.
Votato al genere etnico, vitale e pulsante, prediligo da subito il
contatto tattile con le pelli e con la materia, alla ricerca dei suoi
segreti.
Mi avvicino al modulo della sperimentazione minimale, fuori dal tempo e
dagli spazi, unendomi al “Cerchio dell’Iride” di De Sario.
Vagabondo astrattamente per anni tra un oriente immaginato e la madre
Africa,
evocando nei concerti di piazza suoni e voci “come un ritrattista delle
impressioni”.
Con il “De Sario Circle” rincaso nei bacini mediterranei.
Interrompo il mio percorso autodidatta frequentando per un breve
periodo il CPM di Milano;
mi affianco prima a Gilson Sivera e poi a Candelo Cabesa che mi
stregano con i ritmi della latinità.
Con gli “Esotica” mi converto definitivamente al modello variopinto del
jazz-rock etnico.
Ma è il maestro Yamil Castillo che mi spalanca una finestra sul
sincretismo dei batà santeri e dell’animismo afrocubano.
Poi mi dedico al folklore popolare dei “Que bola?” a tempo di
yambù, guaguancò, palo e makuta.
L’esperienza rumbera e i cori lucumì mi hanno segnato
profondamente.
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La
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